12 dicembre 2007
Fantozzi
Il ragionier Ugo Fantozzi è un mitico personaggio protagonista di una serie di racconti e film scritti e interpretati da Paolo Villagio.
Nato come raffigurazione dell'uomo privo di abilità e fortuna e contro il quale si accaniscono malasorte e prepotenze, è entrato nell' immaginario collettivo degli Italiani per la sua grottesca attitudine alla sudditanza psicologica verso il potere costituito, e come esempio di uomo medio, o meglio mediocre, vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto.
Il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità come ebbe a dire lo stesso Villaggio.
Ecco una delle sue esilaranti storie:
Nato come raffigurazione dell'uomo privo di abilità e fortuna e contro il quale si accaniscono malasorte e prepotenze, è entrato nell' immaginario collettivo degli Italiani per la sua grottesca attitudine alla sudditanza psicologica verso il potere costituito, e come esempio di uomo medio, o meglio mediocre, vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto.
Il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità come ebbe a dire lo stesso Villaggio.
Ecco una delle sue esilaranti storie:
Una fiaba
C'era una volta un gruppo di talpe. Ogni talpa suonava uno strumento. Suonavano al buio, erano abituate così, e siccome non ci vedevano stavano ben attente ad ascoltarsi, l'un l'altra.Suonavano, suonavano, andavano d'accordo. Alcuni intrecci facevano vedere la stessa cosa a tutte e quattro, la vedevano attraverso le loro orecchie. Un giorno una delle talpe usò un trucco che le altre non riuscirono a scoprire: indossò degli occhiali a infrarossi. Così scopriva tutto quello che facevano le altre. Senza dir loro niente la talpa con gli occhiali diventò saggia. Scoprì tutta la conoscenza che avevano le altre e invece di ringraziarle ogni volta, ne chiedeva ancora, bramosa di trovare la formula di ogni canzone e tenerla per se. Le altre continuarono a suonare, a mangiare lombrichi e a dormire beate. La loro conoscenza era quella che ogni giorno la terra donava loro scavandola, facendo fatica. La talpa con gli occhiali era estasiata da tutta quella conoscenza: cominciò, durante le giornate, a non aver bisogno di nient'altro. Le bastava la conoscenza che aveva rubato alle altre. Se ne stava lì ore e ore escogitando trucchi e trucchetti per rubarne ancora di più, mentre le altre, pensando che l'amica fosse malata, continuavano a faticare. Si allontanarono molto, le tre talpe. Scavarono,scavarono tanto. Trovarono tanti lombrichi e scavarono, dimenticandosi dell'altra che morì presto di fame, stando sola a pensare. Ad un certo punto le tre talpe scavando uscirono fuori, alla luce e, sudate, si guardarono intorno e videro tutto. Ricordandosi della loro amica si voltarono di colpo, verso il buio, ma non videro niente.
Se ti è piaciuta la fiaba, puoi trovarne altre qui.
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